A partire dagli studi artistici di Linda Nochlin (Perché non ci sono state grandi artiste?, 1971), è stato più volte evidenziato come la cultura occidentale, la critica e la società abbiano plasmato un concetto esclusivo e sessista di ‘genio’ artistico. In ambito musicale la situazione è perfettamente analoga: uno studio della Donne Foundation ha rilevato che nelle stagioni 2020-2021, 100 orchestre provenienti da 27 paesi hanno eseguito solo il 10% dei programmi includendo composizioni di donne.


Partendo da un fenomeno culturale di rilevanza internazionale, il progetto pone l’attenzione su una figura del territorio abruzzese: Teresa Seneké (1848-1875), misteriosa compositrice teatina, restituita all’attenzione del pubblico e valorizzata da un confronto con Clara Schumann, celebre compositrice tedesca.

Sono allo specchio due donne che hanno subito opposto destino, da un lato una figura completamente cancellata dalla storia, dall’altro una compositrice rimasta in repertorio: una vita di cui si sono perse le tracce, faticosamente riemersa dagli archivi, e invece una donna in grado di influenzare la musica della metà dell’800.


Da questi ragionamenti nasce un lavoro che affronta l’intera filiera musicale: il pubblico, le interpreti, il repertorio. Perché indaga la conoscenza effettiva delle donne compositrici; perché chiede a giovani interpreti di aggiungere al loro repertorio musica di donne; perché riconsegna a una città il suono dell’arte di una concittadina.


Per realizzare il concerto di oggi ci sono voluti due mesi di ricerca, un mese di lavoro sui repertori musicali, una masterclass con la pianista Beatrice Rana, interprete di riferimento del repertorio di Clara Wieck Schumann, e innumerevoli ore di studio da parte delle interpreti.


Perché RISUONI la musica femminile, serve ancora molto lavoro e noi abbiamo scelto di farne una prima, piccola parte.

Ringraziamo le musiciste

Medea Kalantarava, violino

Maria Margherita Paci, violoncello

Laura Sebastiani, pianoforte

Progetto realizzato con il contributo di Fondazione Banco di Napoli.

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saranno infatti realizzate delle partiture digitali di libera fruizione; implementata una pagina online appositamente dedicata al progetto e alla Seneké e – soprattutto – saranno realizzate delle registrazioni professionali con questo trio, che saranno poi pubblicate su tutti i canali di comunicazione e promosse al più ampio pubblico. Per questo chiediamo a tutti quelli che hanno apprezzato il progetto un contributo per arrivare fino alla fase conclusiva.

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Chi era Teresa Seneké?

Nacque fra il 1845 e il 1848 a Chieti, da Antonio e Agnese Seneké. Seguì il padre a Roma, alle dipendenze del mitico Principe Alessandro Torlonia, intento a costruire la sua villetta di Avezzano e prosciugare il Fucino. Certamente studiò musica con Decio Monti, compositore e pianista di scuola napoletana, che fu suo maestro e l’accompagnò attorno ai 15 anni nell’esame di pianoforte dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma. In quel periodo queste accademie erano un po’ come i conservatori, per cui sappiamo che la giovinetta già a 15 anni se la cavò meravigliosamente bene, con il massimo dei voti e il diploma di accademica.

Qui inizia di nuovo ad addensarsi la nube del tempo, finché non emerge la grande opera che ci ha permesso di riscoprirla: nel 1869 debutta a soli 21 (o 23!) anni con Le due amiche al Teatro Argentina, un’opera su libretto di Carlo d’Ormeville. È un’opera sostanzialmente contemporanea, ambientata fra i dintorni di Parigi e i campi di battaglia della Russia. In estrema sintesi, due amiche – Ada e Tecla – si contendono l’amore di Carlo. Da un lato c’è Ada che reclama la promessa di matrimonio avanzata anni addietro, prima che raggiungesse l’età utile per le nozze, dall’altro c’è Tecla, giovanissima vedova, che è mossa da sentimenti autentici e meno “formalmente vincolanti”. Carlo, da bravo uomo, non si sa decidere… sicché alla fine è Ada a scioglierlo dal voto nuziale e se ne va a fare da crocerossina in Russia. Alla fine della fiera, Carlo viene ferito in battaglia e in punto di morte lui viene perdonato e anche le due amiche si perdonano vicendevolmente. Realizzare un’opera lirica era impresa complessa e infatti sono pochissimi i nomi di donne compositrici che in quel periodo riescono a imporsi, tanto più in una città come Roma, dove fino a circa 60 anni prima non cantavano nemmeno le donne, per volere di Papa Sisto V. La macchina della produzione operistica è complessa, difficile, soprattutto costosissima. Perciò nell’impossibilità di valutare e ascoltare la musica della Seneké, possiamo quantomeno ipotizzare che fosse tanto bella da strappare la fiducia di un buon impresario. Anche le cronache del periodo riportano un discreto successo.


E parlando di questa trama, possiamo arrivare verso i pochi ultimi elementi biografici che abbiamo modo di ricostruire: Teresa Seneké ebbe modo di spostarsi, probabilmente con un Castellammarese di nome Giuseppe Fusilli, attorno al 1873, quindi un paio d’anni prima della morte. Lo sappiamo dallo scanzonato componimento conservato nella biblioteca di Giulianova del cugino di Giuseppe, Luigi Fusilli, che reca proprio la dedica “A Peppino Fusilli sposo della Virtuosissima Signorina Teresa Seneké”. Tradizione riporta che morì nel 1875, quindi a circa 30 anni nel migliore dei casi, forse 28. E qui davvero possiamo dire che si esaurisce ciò che sappiamo…

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FRANCAVILLA AL MARE